
Nuovo personaggio, nuova intervista: l’ospite di oggi è Renato Minutolo.
Ebbene sì, ho intervistato per la prima volta un uomo! Il motivo è semplice: abbiamo sentito tante donne e tante ne sentiremo, ma ho ritenuto opportuno ascoltare il punto di vista maschile.
Renato è un comico, dal 2010 insegna tecniche di scrittura comica presso la scuola di comicità ‘Comedy Studio” di Torino, creata insieme ad alcuni colleghi, fa parte del cast di “Stand UP Comedy” su Comedy Central, canale 128 di SKY e i suoi personaggi sono seguitissimi sui social.
Durante la nostra chiacchierata abbiamo provato a spiegare perché è più semplice incontrare un comico uomo rispetto a una donna, abbiamo parlato della differente percezione della comicità da parte del pubblico femminile rispetto a quello maschile e, naturalmente, abbiamo raccontato i suoi personaggi, uno in particolare.
Date le tematiche solitamente affrontate da “Donne con le gonne” non potevamo che parlare de “La guida coniugale per vincere le tue litigate” tenuta da un “esperto”. E’ stato un confronto divertente che vi invito a seguire, soprattutto perché sono sicura vi ritroverete in alcune delle situazioni descritte.
A seguire vi lascio degli estratti, mentre per la videointervista basterà cliccare il link di seguito:
Guardandomi in giro, mi accorgo che ci sono molti più comici uomini e molte meno donne. È solo una mia impressione o realmente è così?
Il motivo è duplice. Ci sono meno donne rispetto agli uomini che si cimentano con la comicità. Ho una scuola da dieci anni che avvicina aspiranti comici alla stand up comedy o al teatro comico e mediamente ogni anno su venti allievi, quattro sono donne. Questo dato è già molto indicativo per capire perché ci sono meno donne. La media di chi si avvicina ai corsi, alla formazione, di chi vuole provare a intraprendere questa carriera è di una donna su cinque. Ogni anno spero ci siano più donne, gli spettacoli risulterebbero più variegati. Ora, immaginatevi la stessa situazione trasposta a livello professionistico: se su venti allievi riescono a farcela in uno o due, quante possibilità ci sono che tra questi ci sia una donna?
Il secondo punto è legato a un aspetto culturale. La nostra è una società ancora molto maschilista da un punto di vista comico. Non che tutti i comici siano maschilisti, anzi, molta della stand up comedy o del cabaret propongono un punto di vista unico, ma abbiamo ancora degli strascichi che si notano nei pezzi più moderni. A livello culturale questa cosa si sente molto e fa sì che una donna non si senta a proprio agio con questo tipo di comicità. Una donna per prendersi il proprio spazio deve imporsi, deve rompere uno schema, non dico preimpostato perché la comicità è sempre rompere taboo, però deve in qualche modo spiccare e trovare il suo modo di essere comica sul palco. Tutto questo è molto più difficile.
Restando sul filone della comicità, qualche giorno fa riflettevo sul fatto che a volte mi capita, ad esempio guardando un film, di vedere mio marito piegato in due per le risate, mentre io sorrido appena o viceversa. È come se ci fossero situazioni/ battute che ci fanno ridere in maniera diversa. Cosa mi sai dire della differente percezione della comicità da parte del pubblico femminile, rispetto a quello maschile?
Faccio un discorso generico, prendiamo un film cult come “Fantozzi”, uno di quei film che fa ridere gli uomini e non le donne perché incarna l’impiegato sfigato di turno, con la vita più grigia di questo mondo, con la famiglia più triste, a cui capitano delle sfighe e non ha mai una sorta di rivincita. Ce l’ha poche volte, mi viene in mente la scena del biliardo, ma anche lì subito dopo hai un risvolto drammatico. Questa cosa fa patire molto la donna, perché Fantozzi è l’antiuomo.
Credo che questo tipo di comicità che demolisce l’uomo sia sempre un punto di vista maschile che anche alcune donne hanno: l’uomo non può perdere, il capofamiglia non può essere soggiogato al potere…Culturalmente la donna ha fatto negli anni un lavoro diverso, sia nell’osservare il mondo, sia nell’interpretare testi, video e quant’altro.
Spostiamoci sui tuoi personaggi, abbiamo Alessandro il Barbero che gode davanti a battaglie cruenti, lo psicanalista Massimo Recanati, Federico Nietzsche e poi abbiamo un esperto che ha persino fatto una guida coniugale per vincere le litigate che è anche il mio preferito. La cosa che mi ha colpita è che unisci i personaggi ad aspetti storici e filosofici. Qual è il processo creativo dietro ogni personaggio?
Prima mi innamoro di un personaggio o di un argomento, oppure non mi innamoro come nel caso di Federico Nietzsche. C’è stato un periodo in cui internet era pieno di motivatori e vedevo che avevano migliaia di condivisioni per delle banalità che venivano dette. Questa cosa mi dava troppo fastidio, questa necessità di dover per forza eccellere per avere un posto nel mondo, questa visione sempre positiva, questa necessità di doverti mettere sempre in gioco, sempre rischiare. Questa cosa mi appesantiva dentro e ho pensato: – “Sarebbe bello fare un ant-imotivatore. Chi può essere l’anti-motivatore? E lì è nato Federico Nietzsche. Per tutti gli altri, invece c’è stato un amore.
Parto da Massimo Recalcati, mi sono innamorato di lui nel periodo in cui volevo fare qualcosa sull’essere padre. Ero diventato padre da poco, avevo una guida per i padri e ho trovato per caso Massimo Recalcati e un video che mi aveva veramente colpito. Una visione poetica, al tempo stessa tragica, con una retorica stupenda e ho detto: – “Faccio Massimo Recalcati!”…La guida coniugale è nata durante una litigata di quindici anni fa con mia moglie. Ho pensato: -“La litigata è come una partita a scacchi!” Ancora non conoscevo bene gli scacchi. Poi mi sono appassionato, ho iniziato a studiarli e da lì è nata l’idea.
Quindi, di solito mi innamoro di un argomento, lo studio e ci butto dentro il mio punto di vista comico.
Questi sono solo degli estratti, se volete conoscere meglio Renato e il suo lavoro, cliccate il video sopra e godetevi l’intervista.
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