
Sarà stato credo il 2015 quando insieme alla mia fidata compagna di serie TV e ad un’altra pazza collegata in diretta dalla provincia di Perugia, abbiamo dato il via alla nostra avventura con Outlander.
A essere onesti, se in un primo momento l’idea di un viaggio temporale sembrava interessante, non è certo per quello che ci siamo appassionate. A dirla tutta, il protagonista maschile era un soggetto parecchio belloccio, che non si nascondeva dietro agli abiti settecenteschi della sua epoca.
È nella Scozia di metà 1700 che finisce, infatti, Claire Randall, infermiera della seconda guerra mondiale che dalle Hinglands scozzesi in cui si era recata per festeggiare la seconda luna di miele con il marito Frank, grazie a un misterioso cerchio di pietre magiche, finisce catapultata in un’epoca temporalmente e socialmente distante dalla sua.
Se già negli anni Quaranta, la donna non viveva una situazione semplice, Claire tocca con mano la condizione delle donne di quei tempi, additate come streghe da ardere sul rogo solo perché appassionate di erbe e intrugli in grado di alleviare le sofferenze.
Il marito degli anni Quaranta perde, dunque, le sue tracce, lei, invece, perde la testa per questo giovanotto biondo, muscoloso, dai modi più simili a un uomo delle caverne. Inizia così il percorso che condurrà Jamie Fraser, questo è il nome del protagonista maschile, a diventare un omino tanto educato e rispettoso.
Io e le mie amiche cominciamo man mano ad apprezzare, insieme all’aspetto estetico di lui, il carattere e la tempra di lei, che in più di una situazione salva il bel sederino del nostro Jamie.
Tra patatine, bicchieri di vino e tisane, siamo giunte alla quarta stagione e attendiamo con ansia la quinta.
Ma cosa colpisce davvero di Claire? Cosa la rende così attraente anche agli occhi del pubblico femminile?
Già a partire dal lavoro che svolge e la situazione in cui lo porta avanti, ci rendiamo conto che quella donna non le manda a dire ma, insieme a tanta caparbietà e preparazione professionale, Claire si lascia amare per la sua fragilità di donna che traspare nei momenti in cui si appoggia alla forza, e non parlo di quella fisica, del suo compagno, in grado di guidarla quando a volte le sembra di perdere la rotta.
Il rapporto tra i due diventa il vero protagonista della serie e dallo squilibrio iniziale di una relazione completamente sbilanciata a favore di lei e della sua saggezza, il rapporto tra i due personaggi cresce e matura, dando vita ad un equilibrio che è poi quello che tutti i giorni cerchiamo nella vita di coppia.
Di puntata in puntata, Outlander ci spinge a mettere da parte inutili elucubrazioni tese a dimostrare la superiorità di sesso di una categoria o dell’altra, ci spinge a non lasciarci influenzare da concetti ereditati, vuoti e sterili. Ci fa capire che non è nell’uso di sostantivi declinati al femminile, quali Presidenta, Avvocata o Ministra che si ottiene il rispetto.
Con la dolcezza di una donna d’altri tempi, Claire diventa una moderna eroina che trova nel compagno che le sta accanto continui spunti per migliorarsi e migliorare, dando vita ad un mix che ispira e, pur nella semplicità di una serie TV, fa riflettere.
Se siete curiosi, date un’occhiata al trailer https://www.youtube.com/watch?v=YROFXSBioAg
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