Nilde Iotti. Elezione Presidente della Camera dei Deputati.
Nilde Iotti – Elezione alla Camera – 1979

Onorevoli colleghi, con emozione profonda vi ringrazio per avermi chiamato col vostro voto e con la vostra fiducia a questo compito così ricco di responsabilità e di prestigio. Voi comprenderete, io credo, la mia emozione.”

Inizia così il discorso pronunciato il 20 giugno del 1979 da Nilde Iotti, prima donna ad essere eletta Presidente della Camera dei Deputati.

Quel volto visibilmente teso e consapevole del ruolo che avrebbe svolto, diventa simbolo dell’emancipazione femminile, simbolo di milioni di donne che con impegno, studio e tenacia hanno riscattato una “categoria” che entrata finalmente dalla porta principale, può farsi ascoltare da chi della politica aveva fatto un mestiere.

Non ha vissuto anni facili Nilde, nata nel 1920 attraversa la seconda guerra mondiale, partecipa alla Resistenza e aderisce ai GDD, Gruppi di difesa della donna, che promuovono la Resistenza e aiutano le famiglie dei partigiani. Il Gruppo porta avanti anche il concetto di uguaglianza, spingendo affinché qualsiasi lavoro diventi accessibile alle donne.

Esponente del Partito Comunista Italiano, prende parte alla Commissione dei 75 incaricata della stesura della costituzione. L’impegno continuo e instancabile sulla riforma delle norme civili, la porteranno a sedere in Parlamento e a battersi per i diritti delle donne all’interno della società, dal lavoro agli ambiti familiari. A lei si deve una proposta di legge per istituire una pensione e assicurazione per le donne casalinghe, ed è sempre lei che contribuì a far approvare la legge sull’aborto e partecipò attivamente alla battaglia referendaria in difesa del divorzio.

Negli anni Quaranta inizia la sua relazione con Togliatti, già sposato. La relazione, naturalmente osteggiata dalla moglie, fu ostacolata anche e soprattutto dal Partito Comunista, che per questo pose Nilde Iotti in secondo piano, non affidandole le responsabilità che di diritto le sarebbero spettate all’interno del Partito.

Dobbiamo rendere più umani i tempi del lavoro, gli orari delle città, il ritmo della vita. Dobbiamo far entrare nella politica l’esperienza quotidiana della vita, le piccole cose dell’esistenza, costringendo tutti – uomini politici, ministri, economisti, amministratori locali – a fare finalmente i conti con la vita concreta delle donne.”

Sono passati parecchi decenni dalle lotte portate avanti ma, già allora, in un contesto socio-culturale in cui la donna non era assoggettata a innumerevoli impegni, come lo è oggi, era riuscita ad entrare nel cuore di una delicata situazione fatta di equilibri interni ed esterni alla famiglia.

La sua vita concreta di donna le ha permesso di trasferire per la prima volta al mondo politico la consapevolezza di una fetta della società fino ad allora poco considerata, riuscendo a innescare un processo di sviluppo culturale che ha plasmato la società in cui viviamo oggi.

Vi lascio al seguente link https://www.youtube.com/watch?v=rymGr0RlOgk

Buona visione!

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