Amici di “Donne con le gonne” oggi abbiamo con noi Ilaria, la creatrice di “L’Ughetta”.

Trovate a seguire sia la videointervista, che la trascrizione.

Buona visione!

La prima domanda non può che essere una: da dove nasce questo nome?

Questo è il nome che mia mamma aveva scelto per me prima che nascessi. Voleva chiamarmi “Ughetta” perché ascoltava un programma radiofonico che le piaceva un sacco, condotto da tale “Ughetta”. Tra l’altro ho cercato anche di rintracciarlo online, ma non ho trovato niente.

Mio nonno, che si chiamava Ugo e che era suo suocero, non era d’accordo, perché diceva che era un nome importante, un nome difficile. Così, ha tirato fuori “Ilaria” che è piaciuto anche ai miei genitori. In famiglia, però, “Ughetta” mi è sempre rimasto appiccicato addosso: lo utilizzavano sia i miei fratelli più piccoli, sia i miei genitori. Ero agli inizi di quest’avventura, una sera stavo cucendo, tra l’altro a mano per non disturbare mio marito e mio figlio che dormivano, mi sono messa questa fascia in testa e ho detto: “L’Ughetta”. Mi è sembrato un nome abbastanza sfizioso per un accessorio.

Il focus della tua attività sono le fasce per capelli e guardando la tua pagina Instagram mi sono chiesta: da dove nasce questa passione per il cucito?

Credo di averla sempre avuta nel sangue e di non averla mai sfruttata. Sono arrivata a 39 anni e non avevo mai cucito. Ho attraversato un momento parecchio difficile e, per potermi distrarre, mio marito mi ha regalato una macchina da cucire. Sono stata a un corso e alla prima lezione sono uscita con una casacca finita, tanto che la persona che teneva il corso mi ha chiesto se effettivamente non lo avessi mai fatto. Da lì ho iniziato a cucire abbigliamento per me, per il mio bambino, accessori per passare il tempo, non avevo in mente di fare un business.

Portavo già questi accessori, non mi sono inventata niente. Ricordo che quando andavo in Inghilterra a fare le vacanze studio, già esistevano. Quando ho iniziato a cucire, ho iniziato a realizzarle.

Come dicevo prima, la prima fascia l’ho cucita di notte, per non dare fastidio ai miei. All’inizio le facevo per me, poi la gente ha cominciato a fermarmi, a chiedere e quindi ho iniziato a realizzarle anche per altre donne. Da lì, piano piano, è nato questo business.

Il marchio l’ho subito registrato, appena ho capito che poteva essere un business. E’ stato però sempre un hobby/ lavoro. Non mi sono alzata una mattina e ho deciso di fare un’attività: produco fasce per capelli e la chiamo “L’ughetta”. E’ nato tutto un po’ per caso: ho aperto la pagina Instagram per gioco, in quanto non sapevo da che parte cominciare.

Scorrendo le pagine del tuo sito, ho visto che esistono diverse tipologie: L’Ughetta a modo mio, L’Ughetta a modo tuo. Raccontaci le diverse varianti per chi si avvicina al tuo sito e ha intenzione di fare un acquisto.

Come ti dicevo, ho iniziato realizzando un accessorio che già esisteva, però, ho visto che piaceva il mio gusto, il mio abbinare colori, tessuti e fantasie differenti. Le prime che facevo erano a fiori e a righe e chi mi vedeva, diceva:

– “Guarda che fiori e righe non stanno bene insieme!”

– “A me piacciono!”

Da lì è cominciato questo stile di contrasti. Inizialmente per commercializzarle usavo WhatsApp: la gente mi scriveva, mandavo le foto ed effettuavano l’acquisto.

Quando ho deciso di creare il mio sito, ho deciso di farlo dando un’ampia possibilità di scelta. L’Ughetta è il prodotto già finito, la scegli tra quelle disponibili.

“L’Ughetta a modo mio” è quella in cui tu scegli il tessuto principale e ti affidi a me per l’altro (non sai cosa ti arriverà!)…in tantissime si affidano alla combinazione scelta da me.

“L’Ughetta a modo tuo” permette alla cliente di scegliere tra diversi tessuti e vederli accostati. In pratica, la cliente decide come creare la sua L’Ughetta.

Poi c’è l’ultima nata, “L’Ughetta a sorpresa”: vedi la foto solo del sacchetto che ti arriverà a casa. Non sai cosa ti arriverà, scelgo totalmente io il prodotto. Le mie clienti hanno accolto in maniera positiva quest’idea, ne vendo tantissime.

Sulla scia di questo, sul sito ci sono altri due prodotti che vanno via via crescendo: le gonne e i pantaloni. Per entrambi funziona alla stessa maniera: c’è l’articolo già abbinato, quello in cui scegli la fantasia principale e i dettagli li metto io e quello in cui puoi scegliere tu gli abbinamenti.

Durante l’intervista ho chiesto a Ilaria di mostrarci come indossare e modellare la fascia, ma vi rimando al video piuttosto che spiegarlo, in quanto Ilaria ci guida passo passo su cosa e come fare.

Come ci raccontavi prima, man mano il progetto si è evoluto: hai fatto tutto da sola? Ti sei fatta supportare?

E’ iniziato tutto per gioco, lavoravo e lavoro in casa. Prima non avevo uno spazio dedicato, adesso ho un laboratorio dove creo i miei prodotti. Ho la fortuna di avere un marito commercialista che mi ha sempre indirizzata, perché dopo la parte creativa, è subentrata la parte amministrativa e burocratica. Sono stata fortunata perché avendolo in casa era tutto più semplice. Un giorno mi ha detto: – “Mandami i documenti” e dopo: – “Ti ho aperto la partita IVA, sei arrivata ai 5.000 €. Se non lo avesse fatto lui, probabilmente l’avrei fatta, ma ci avrei pensato molto. Il suo aiuto è stato una bella spinta.

In generale, sì, lavoro da sola, ma collaboro tanto con altre artigiane, altre figure e di conseguenza anche questo confronto continuo mi aiuta a crescere e a capire quale strada prendere, quale scelta fare. Da sola non credo avrei potuto far niente, perché comunque ho sempre preso spunto e consiglio da chi mi sta intorno.

Siamo arrivati all’ultima domanda: che consiglio daresti a quelle donne che magari hanno tanta passione, ma anche tanta paura di mettersi in gioco?

Di continuare a credere in quello che stanno facendo. Naturalmente, insieme alla parte bella, quella della creatività, dello studio del prodotto, occorre non perdere mai di vista costi e ricavi. Occorre mettere in piedi qualcosa che sia fattibile, perché il sogno potrebbe andare oltre la fattibilità. In generale, non bisogna perdere mai di vista l’obiettivo.

Se hai un’idea e ti rendi conto che è realizzabile, perché non provarci? Bisogna credere in quello che si fa e fare rete, sempre. Chiedere, appoggiarsi, consultarsi e confrontarsi con gli altri. Senza un confronto con le realtà esterne è difficile costruire tutto da soli. Io mi ero già fatte domande tipo “che rapporto ho con la mia concorrenza?”

Mi confronto tanto, con tutti, ma una cosa che non faccio mai è seguire chi fa le mie stesse cose, perché poi magari inizi a pensare “l’ho fatto prima io, prima lei”. Vado per la mia strada, ho il mio gusto, la mia strategia, le mie idee che mi hanno portato un buon risultato, inoltre, avrei paura di perdere la mia linea.

Preferisco seguire la mia strada, ma confrontarmi sempre. Da poco, ad esempio, ho messo online dei prodotti nati da una collaborazione che porto avanti da 3 anni con una pittrice, Giusy Anzovino. Lei fa i disegni, li facciamo stampare insieme e io creo le fasce con i suoi disegni. Questo è un esempio: dalla creatività che mi manda prendo spunto per abbinamenti a cui non avevo pensato. Credo molto nell’importanza di fare network, fare rete e mantenere i piedi per terra.

Come sempre vi invito a condividere l’intervista sui social e a lasciare il vostro commento se vi va.

PS: Vi lascio i link al sito e alle pagine social di Ilaria, così potete dare una sbirciata alle sue creazioni: www.lughetta.it; https://www.instagram.com/l.ughetta_/; https://www.facebook.com/lughetta/

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