In questo articolo voglio parlarvi di colei che ha fatto dei suoi tailleur color pastello un elemento di riconoscibilità, di colei che da sessantacinque anni sta su un trono, di colei che ama follemente i suoi cani, nello specifico cani di razza corgi, signori e signore Lady Elizabeth.

Sono consapevole che molti di voi staranno storcendo il naso: una donna priva di empatia, tutta d’un pezzo, per niente simpatica. Io per prima non vorrei averla come nonna, o forse sì, diciamo che un po’ di sterline mi farebbero comodo!

Ma al di là della sua posizione economica, ho pensato valesse la pena provare a conoscere un po’ della sua vita, della sua storia di donna nata negli anni Venti, che ha attraversato guerra, crisi familiari, Brexit e, ultima cronologicamente, la pandemia del Covid 19.

Pochi giorni fa ha parlato al suo popolo e di quel discorso durato quattro minuti ho annotato un passaggio:

“Mi ricordo la prima trasmissione realizzata nel 1940, aiutata da mia sorella. Noi da bambine, da qui a Windsor, parlammo ai bambini che erano stati evacuati dalle loro case e mandati via per la loro sicurezza, Oggi, ancora una volta, molti di voi proveranno un doloroso senso di separazione dai loro cari”.

Parole ricche di tenerezza che mi hanno portato a pensare come quella donna dalla postura impeccabile nonostante sia prossima ai 94, forse dura lo è diventata per sopravvivere alla carica che le toccava ricoprire.

Nata nel 1926, Elisabetta II ha vissuto la guerra, è stata addestrata come autista e meccanico dall’Auxiliary Territorial Service e nel 1947 ha sposato Filippo, contribuendo a creare le basi per una saga familiare fatta di intrighi e tradimenti, degna di Dallas. In realtà, lei e Filippo sono sempre andati d’amore e d’accordo, figuratevi che tredicenne lo vide per la prima volta e se ne innamorò. Lui, però, non era ben visto dai consiglieri britannici, che lo consideravano non all’altezza, per via della sua posizione economica indegna di una regina.

Tuttavia, “Betty” è sempre stata una brava ragazza, forse perché le toccava fare da contraltare al carattere ribelle della sorella Margaret. Innamorata di un uomo molto più grande di lei, fu messa nella condizione di rinunciarvi. Sposò, quindi, un fotografo, cosa poco apprezzata dalla royal family. La loro relazione fu ricca di distrazioni e alla fine divorziarono. Entrambi tirarono un sospiro di sollievo, la povera Elisabetta, invece, cominciò a non dormire la notte. Margaret le era molto legata, ma la sua indole la portava a fare scelte che la sorella disapprovava. Ad affollare i pensieri della povera regina, ben presto, però, saranno figli e nipoti, stanchi e annoiati da una monotona vita di corte.

E così, nonostante sia stata e continui a esserlo, protagonista e testimone di momenti cruciali della storia del dopoguerra, il suo regno viene spesso ricordato per gli scandali di corte, piuttosto che per il delicato processo di decolonizzazione dell’Impero britannico, il rimpatrio della costituzione canadese o la crisi del canale di Suez.

Attenzione! Non sto parlando di scelte politiche giuste o sbagliate, dico semplicemente che love story e scandali hanno più volte messo da parte il suo operato e forse di questo, chissà, ne soffre un po’.

Divorzi, tradimenti, le oscure circostanze in cui Lady Diana ha perso la vita e in ultimo la scissione interna del nipote Henry hanno talvolta spinto il popolo britannico ad esserle ostile, sebbene tutto poi si sia sempre risolto con un ritorno di consensi.

E così, in un clima precario in cui cala la simpatia per la famiglia reale, Lady Betty è sempre in testa e amata dal suo popolo, che qualche hanno fa ne ha anche apprezzato le doti di attrice.

In occasione dei Giochi Olimpici del 2012, Elisabetta II è stata la protagonista di un cortometraggio, nel quale viene salvata, udite udite, da James Bond, interpretato da Daniel Craig (chiamatela scema!).

E come in ogni film di 007 che si rispetti, non poteva mancare l’azione: signore mie, dopo essere saliti a bordo di un elicottero, i due impavidi protagonisti hanno sfidato il vuoto gettandosi con tanto di paracadute sull’Olympic Stadium di Londra, che dire…God save the Queen!

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