Oggi conosciamo Federica Poletti, un’artista che dipinge un’umanità, come lei stessa la definisce, soffocata, nascosta e isolata. Quelle da lei ritratte sono quasi sempre figure femminili nel delicato passaggio inconscio e realtà.

A seguire vi lascio degli estratti, mentre per la videointervista basterà cliccare al link di seguito:

Diversi sono i passaggi che durante la nostra chiacchierata mi hanno colpito. Parlare con Federica è assai piacevole, è una persona che affonda le mani nella tematica che intende sviscerare, si sporca, entra in profondità e ti restituisce una visione puntale e oggettiva senza giri di parole. E’ diretta e questo lo si percepisce dalle sue opere, che mettono a nudo chi le guarda.

A Federica ho chiesto come mai le sue donne si nascondono.

Si nascondono, ma non si nascondono. In realtà, la loro è una fuga, una presa di posizione, una fuga volontaria e consapevole. Le mie donne staccano i ponti con la società, proprio perché la società impone loro dei ruoli. Entrano in un’area che è più inconscia. La loro è una fuga personale da tutte queste influenze sbagliate, che ci stanno impedendo di capire chi siamo.

Abbiamo anche toccato il tema delle cooperazione tra donne e del perché spesso manca.

Non siamo cooperative come gli uomini, perché non siamo aggressive come gli uomini. I sentimenti che si spezzano dentro di noi sono molti di più di quelli che hanno gli uomini. E’ un livello di sensibilità diverso e questo ci crea confusione. Siamo troppo diverse, troppo sfaccettate.

Ci siamo interrogate su cosa voglia dire fare arte in Italia e la risposta di Federica in un primo momento mi ha fatto sorridere, secca ha risposto “vuol dire morire di fame”. Argomentando poi, ci ha spiegato quanto complesso sia questo lavoro, molto spesso sottovalutato.

Fare arte vuol dire morire di fame, vuol dire che devi avere un altro lavoro per poterti mantenere, se sei una donna possibilmente non devi avere figli, perché ti distraggono, devi fare molte pubbliche relazioni (che non ho idea di come si facciano!), devi essere sempre presente, stare attenta a dire le cose giuste nel modo giusto alle persone giuste.

Non basta dipingere, mettere il tuo tempo, la tua ricerca, no, devi fare anche la PR, così mi hanno spiegato più di una volta, che lavora, dipinge, promuove sé stessa e che si spende completamente per fare questa cosa.

Naturalmente cosa ne va di mezzo? La ricerca artistica. Se stai facendo l’imprenditrice di te stessa, la promoter, la PR, vai ai vernissage…è tutto tempo che viene buttato via alla ricerca. Se Caravaggio avesse fatto tutta questa promozione continua, probabilmente non avremmo le opere d’arte che abbiamo adesso.

Oggi ci sono pochi artisti che ti sbalordiscono. Oggi l’arte è show, la gente è abituata a vedere show televisivi, cinema, si devono sempre fare cose interattive, propulsive, divertenti. La fruizione dell’arte è principalmente meditativa. Ti metti di fronte un’opera e aspetti di capire cosa questa ti comunica. Leggi un libro e devi arrivare necessariamente alla fine per capirlo. La lentezza è necessaria sempre, qualsiasi cosa fatta bene, è fatta con un tempo lento. Non tutto deve essere strabiliante. Ci sono tante cose che ti parlano nella loro delicatezza, nella loro grazia.

Alla fine ci siamo lasciate con un messaggio rivolto alle donne di domani.

Ribellatevi ragazze, iniziate a tirare i calci nelle palle, ad alzare il pugno, tornate ad essere quello che sono state le femministe degli anni Settanta, però tenete botta!

Per chi volesse e si trova in quel di Roma, Federica farà parte di una collettiva visitabile dal 30 ottobre al 30 novembre presso l’Up Urban Prospective Factory di Marta Di Meglio a Roma. “Una stanza tutta per sé”, questo il nome della collettiva curata da Rossana Calbi, collettiva che si inserisce all’interno della Rome Art Week.

Nella mostra sono state coinvolte dieci illustratrici italiane, che hanno ritratto secondo il loro stile una scrittrice da loro amata.

Il progetto prevede un’esposizione particolare perché non ci sono cornici classiche, ma dei libri intagliati, realizzati dall’allestitrice Francesca Toscano. Federica, nello specifico, ha realizzato un’opera dedicata a Sibilla Aleramo.

© Federica Poletti

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